venerdì 28 giugno 2013


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venerdì 7 giugno 2013

TEMPO DI BILANCI. E DI NUOVE STRADE

ADA Onlus arriva in Camerun - precisamente a Baboné - nel 2009. E’ qui che decidiamo di cominciare l’avventura di ADA, impegnata a realizzare le condizioni per un futuro più sostenibile ed equo  per le popolazioni dei paesi in via di sviluppo.
Per una associazione ai primi passi, e che si è mossa con determinazione ed in autonomia operativa, abbiamo ottenuto moltoSiamo fieri dei risultati ottenuti.
Abbiamo potuto avviare il ripristino di terreni incolti, coinvolgendo e rendendo protagoniste un gran numero di donne, relegate per lo più ai margini del sistema. ADA Onlus invece ha voluto che loro fossero le protagoniste della rinascita economica del villaggio. A tal fine e per una gestione sempre più gradualmente autonoma delle coltivazioni sono stati istituiti dei veri e propri GIC – Gruppi di Interesse Comunitario- cooperative locali “al femminile”.
Abbiamo investito nella ricerca di nuove colture per facilitare l’aumento della redditività, e nella formazione per dare alle persone le basi giuste ad autogestirsi. Abbiamo erogato borse di studio e realizzato training sulle tecniche di vendita e sulle tecniche di cultura agricola.
Sempre al femminile, un ciclo di microcredito con minimo investimento di capitale, ha permesso l’avvio di circa 30 micro-imprese individuali, rendendo le donne ancora una volta protagoniste.
Abbiamo creduto nell'importanza del diritto all'accesso all'acqua e realizzato per questo un importante progetto sperimentale per la potabilizzazione, di cui beneficiano ogni giorno 600 studenti del Liceo Tecnico di Baboné.
Dopo 4 anni di presenza e attività anche per ADA è arrivato tempo di bilanci.
Non possiamo e non vogliamo negare che la realtà che abbiamo conosciuto sia complessa da avvicinare e capire e più impegnativa di quanto forse non ci aspettassimo. Accolti con entusiasmo, non nascondiamo che i momenti di difficoltà sono esistiti. Abituati per nostra mentalità a perseguire risultati ottimali in breve tempo, ci siamo confrontati a Baboné con consuetudini ben diverse, con cui si è rivelato difficile trovare compromessi .
 I jours interdits (giorni in cui non si lavora per le più svariate occasioni, oltre alle legittime festività ed ai giorni di mercato) sono ad esempio una tradizione culturale che ha impedito una normale lavorazione della terra e un costante controllo delle colture. Questa incostanza ha inoltre impedito di poter destinare il plus della produzione ai soggetti più bisognosi della comunità, come prevedevano invece gli statuti dei GIC, con un mancato rispetto del principio di solidarietà tra pari. Il nostro obiettivo di medio/lungo periodo era invece quello di investire nell'innovazione dei prodotti agricoli, nella loro commercializzazione e in una mentalità gestionale. Tutto ciò è apparso in contraddizione con una visione tradizionale della terra legata solo al soddisfacimento di breve periodo dell’alimentazione personale. Le due visioni, secondo noi non esclusive, avrebbero potuto coesistere, ma sono state invece vissute dai beneficiari come “alternative” l’una all'altra, a scapito della “nostra”.
In generale, il nostro approccio e la nostra visione, basati sulla centralità dei principi di “ownership” e di autosviluppo dei beneficiari, hanno faticato a trovare terreno fertile. Non siamo riusciti a vincere la costante tendenza alla richiesta di donazioni, a forme di vera e propria elemosina provenienti da più parti. Ma ADA non crede nella “donazione” fine a sé stessa, una forma di beneficenza che porta solo a donare il pesce. ADA crede nella cooperazione tra le parti, nella condivisione di percorsi, nella formazione come base per imparare a pescare da sé.
La nostra sfida di oggi è secondo noi ben rappresentata dal noto aneddoto di “Mamma Orsa”: per rendere autonomi i suoi piccoli ormai cresciuti ma restii a seguire la loro strada, Mamma Orsa sceglie di allontanarli, anche bruscamente, finché da soli non capiscono di essere ormai  maturi per autogestirsi. Così anche ADA sceglie oggi di ridurre la sua presenza operativa a Baboné: gli strumenti per pescare ormai esistono, a loro proseguire la via e impegnarsi per il futuro della loro comunità. Noi resteremo a disposizione  con le nostre competenze e il nostro know-how, per assistenza e consulenza ove necessario.
Stiamo quindi già valutando nuovi percorsiobiettivi e anche territori e siamo certamente disponibili a conoscere e a confrontarci su nuove opportunità di cui ci vorrete parlare. Continueremo a lavorare per garantire l’accesso all'acqua, per lo sviluppo di settori artigianali, come quello della lavorazione del legno, e per lo start up di piccole attività attraverso il microcredito.
Per continuare in questo percorso e aggiungere nuovi tasselli alla nostra storia, la vostra vicinanza e il vostro supporto, in qualsiasi forma ed entità, saranno ancora più necessari.

Continuate a seguirci e sostenerci! 
Anche domani, come oggi, 
aiutateci ad aiutarli!
GRAZIE!

mercoledì 13 febbraio 2013

"L'Eau à l'Ecole" - missione compiuta.



Con l’attività di installazione definitiva eseguita dai laureandi in ingegneria dell’Università degli Studi di Brescia, Matteo Bonaventura e Riccardo Salvi, e la relazione conclusiva del dottorando, ing. Riccardo Bigoni, possiamo comunicare la conclusione del nostro progetto “L’Eau à l’Ecole”.

A tutti loro va il nostro più deciso ringraziamento per l’impegno dedicato in questi due anni di ricerca meritoria di riconoscimento.

Grazie a questa iniziativa sarà possibile sviluppare micro-sistemi di riscaldamento dell’acqua per uso domestico nei paesi in via di sviluppo. 

giovedì 17 gennaio 2013

L’AFRICA HA SETE: UN SISTEMA D’IRRIGAZIONE


Grazie alla storia stiamo risolvendo il problema dell’irrigazione a Baboné, paese ricco di acqua in zona collinare, a 1.200 metri, nel Camerun centro-occidentale.
Ricordavo da racconti giovanili che per i Romani l’acqua era una risorsa molto importante e Roma era famosa per la disponibilità di fonti, canali terme e irrigazioni.
Così mi meravigliai che non esisteva nel paese di Baboné nessun sistema per irrigare e fui contestato quando in un periodo di forte calura circa il 10% dei cavoli prodotti furono bruciati con danni elevatissimi: perdemmo 10.000 cavoli.
Un collaboratore, studente d’ingegneria, rifiutava di studiare il sistema d’irrigazione da me proposto perché, com’era noto, l’acqua non risaliva le pendenze. Così recitava. Si rifiutava il raffronto con Roma che raccoglieva l’acqua da più sorgenti quali quella dell’Ario Novis a circa 60 miglia ad est. Cattiva informazione, diceva e sorridendo contestava la mia teoria, l’acqua non risale le pendenze.
Mi sono aggiornato anche su Wikipedia che afferma come l’acqua si muoveva verso Roma grazie alla forza di gravità, l’acquedotto era solo un grande scivolo, dove ogni punto del condotto conteneva acqua che correva leggermente più in basso di quello precedente con una pendenza media del 2%.
Abbiamo così deciso di realizzare un sistema d’irrigazione, prendendo l’acqua in collina, nella zona della cascata di Bakoulou, chiedendo allo chef di seconda classe di intercedere per superare le riserve e i divieti della popolazione perché gli spiriti protettori della cascata non interferissero sul progetto.
Abbiamo preso l’acqua a circa 15 metri sopra il piano stradale e l’abbiamo raccolta in un contenitore da 200 litri, collegata a un tubo di circa 250 metri.
Il mini acquedotto funziona.

È possibile con un pozzetto di derivazione irrigare terreni e terreni, ettari, con l’impiego anche di tubi perdenti con fori ogni 30 centimetri e completare il sistema di sgocciolamento.

Ho trovato vari esempi su Wikipedia e Youtube riguardanti acquedotti romani e la loro costruzione: bell’esempio è il Pont de Gard in Provenza (Francia), patrimonio dell’UNESCO.


Nel convegno del 30 novembre 2011, tenutosi a Milano nel Palazzo Reale, è stata fatta una relazione dell’Unicredit Foundation in cui si ricordava che nel 2030 saremo otto miliardi di persone che dovranno dividere scarse disponibilità alimentari. Potranno avvenire in quel momento storico cose gravissime, quale la rapina di terre africane da parte di altri Paesi a contadini che oggi hanno tre dei due elementi fondamentali per alimentarsi: sole e terra. Il terzo elemento, l’acqua, elemento si procurerà possibilmente per caduta, attuando soluzioni molto simili a quelle generate in passato dagli Assiro-Babilonesi e in seguito dai Romani.

Oggi ADA onlus ha contribuito e risponde a tutto questo:



• Ha contribuito allo sviluppo dell’agricoltura locale, recuperando terreni abbandonati e donandoli alle popolazioni locali (evitando perciò il land grabbing);

• Ha insistito sull’importanza di un agricoltura di qualità (prodotti BIO);

• Ha attivato il Microcredito e provveduto alla nascita di associazioni agricole che operassero e si gestissero in maniera autonoma (GIC) e che fossero principalmente composte da donne;

• Ha investito nell’istruzione;

• Svolge un continuo supporto di consulenza allo sviluppo agricolo e alla vendita dei prodotti sui mercati locali.

Con la realizzazione di questo mini-acquedotto ADA onlus ha portato la cultura in un paese in cui non c’era e ha sperimentato una soluzione per rispondere alla mancanza dell’elemento acqua.


Dott. Ascagno Marconi
Presidente di ADA onlus

mercoledì 16 gennaio 2013

Partecipazione al Premio della Pace 2012




ADA onlus è stata segnalata da due Istituti Superiori di Brescia come candidata al Premio per la Pace 2012, promosso dalla Regione Lombardia, convinti che le iniziative avviate in particolare il microcredito, il sistema di potabilizzazione dell’acqua e i corsi di formazione fossero elementi di sicura valenza tali da rendere evidente a livello regionale la nostra associazione.

Così è stato: ADA onlus è stata elencata fra le onlus che si sono distinte a livello regionale e, con il dott. Predieri Romano, membro del Consiglio d’Amministrazione dell’associazione, ho partecipato alla cerimonia di consegna del Premio in oggetto.

Ancora una volta quest’evento è la conferma della bontà delle attività di ADA onlus.



Dott. Ascagno Marconi

Presidente di ADA onlus

giovedì 27 dicembre 2012

Progetto "L'Eau à l'Ecole"


ADA onlus
Via Crocefissa di Rosa n.105
25128 Brescia (BS)


La presidenza del Liceo Tecnico di Baboné, nella persona del dirigente scolastico, sig. Henri KEWOU, in data 17 dicembre 2012, in seguito alla formazione effettuata dagli ingegneri dell’Università degli studi di Brescia, Bonaventura Matteo e Salvi Riccardo, ci comunica che sono stati scelti tre docenti per la manutenzione del sistema:
1.             Kanko Elvis, tecnico della clorazione;
2.             Tougnang Cyrille, tecnico della clorazione;
3.             Yonkwe Martial, tecnico della manutenzione.

Gli accordi con i suddetti prevedono un contributo trimestrale per le attività a supporto del sistema di potabilizzazione dell’acqua come segue:
1.             Kanko Elvis: 10.000,00 franchi camerunensi pari a 15,00 euro;
2.             Tougnang Cyrille: 10.000,00 franchi camerunensi pari a 15,00 euro;
3.             Yonkwe Martial: 15.000,00 franchi camerunensi pari a 23,00 euro.

Con la lettera della presidenza e con la presente possiamo considerare il progetto “L’Eau à l’Ecole” come terminato.

Si conclude dicendo “GRAZIE DI TUTTO!” e noi crediamo che tanta Africa abbia ancora bisogno del nostro aiuto.

Dottor Ascagno Marconi
Presidente di ADA onlus 

mercoledì 5 dicembre 2012